Marina: occhi da cerbiatta, minuta e ben tornita, piena di energia, brio e tanta voglia di vivere, di esperire la vita come avventura e gioco relazionale. Donna, dunque, moderna e al passo con i tempi, con questi tempi dove i più evoluti hanno abbandonato il mondo delle certezze.
Dipinge in maniera egregia, a volte solfeggiando il particolare, a volte operando sintesi di raro pregio, altre abbandonandosi all’estro di un animo, il suo, ricco e armonioso.
Tarantina, si forma all’Accademia delle Belle Arti di Lecce, licenziandosi a pieni voti. Poi, è la volta di Milano dove soggiorna per più anni. Qui, un passaggio importante della sua vita, che riguarda più fronti e varie situazioni. Ma non è ancora il suo momento, sebbene la permanenza milanese risulti decisiva per lo sviluppo della sua vita interiore. Nel 2010, torna a Lecce e lentamente la sua mente e il suo talento propendono per i primi frutti maturi della sua arte, suggellati da alcuni premi.
La sua arte è ricerca personale, tesa ad individuare valori e situazioni universali. Marina è la filosofa della pittura. Assente nelle sue opere, infatti, qualsiasi descrittivismo, mentre spiccati sono gli aspetti concettuali, attraverso una retorica originale ed inedita.
Ci conosciamo da quando è tornata da Milano. Da allora spesso abbiamo lavorato assieme e molte sono state le copertine dei miei libri che hanno visto per icona frontale i suoi lavori.
La vita per essere tale deve configurarsi come un cerchio che non quadra mai, incompiuta, incompiuto. E così è per Marina. Molta è stata la strada da lei percorsa nell’ultimo lustro, sebbene sia solo sui quaranta, e molte sono state le gratificazioni, anche istituzionali, ma ha ancora molto da riflettere, molto da germinare, molto da dire con i suoi quadri, dove non mancano moniti per l’uomo moderno, sovente distratto, e che nella sua superficialità cerca i sensi e la vita.
Mauro Ragosta, scrittore
Fonte: corrieresalentino.it - pubblicato il 22 novembre 2017